La crisi silenziosa: distruzione e rinascita della viticoltura mediterranea  

University of Catania, Institute of Heritage Sciences of Catania (CNR) 

Per circa due millenni l’agronomia mediterranea ha tramandato di generazione in generazione i propri precetti seguendo la guida di grandi autori del passato (Manzi 1883, Dalmasso 1940). A partire, infatti, dall’opera del cartaginese Magone, vissuto nel III secolo a.C., i precetti per la cura delle piante, o fitosanitari come si direbbe oggi, sono stati ripresi a piene mani e tramandati da quasi tutti gli scriptores rei rusticae: Catone, Varrone, Columella su tutti, ma anche da Plinio il vecchio e da autori più tardi come Palladio (MARCONE 1997).

All’interno della vasta conoscenza agronomica del mondo antico un posto di spicco è spettato, nei secoli, alla cosiddetta triade mediterranea: cereali, olivo e vite. Quest’ultima, in particolare, è oggetto del presente studio. La viticoltura, come è noto, è strettamente legata alla produzione di vino, una bevanda dal grande valore non solo simbolico, ma anche, e soprattutto, economico e commerciale (Tchernia 1986).

Le malattie e le infestazioni che affliggevano questa coltura sono state curate, nei vari periodi storici, con rimedi rimasti quasi del tutto immutati per secoli (Biundi 1852, Pastena - Brisciana 1977) fino all’avvento delle moderne tecniche di indagine microscopica e microbiologica. Pertanto, quando, alla metà del XIX secolo, nelle vigne europee giunse dall’America un piccolo afide – denominato Phylloxera  Vastatrix – esso mise in crisi un intero comparto produttivo: infatti, travolse in pochi decenni con la sua inarrestabile avanzata la viticoltura del vecchio continente, ridusse in miseria le popolazioni interessate e, in special modo, costrinse a re-inventare una coltivazione nella più totale incertezza sulla buona riuscita delle soluzioni che via via vennero trovate (Lentini 2015a, Lentini 2015b).

Questo studio, allora, intende presentare come caso studio, la Sicilia e l’impatto che la fillossera ebbe, in particolare, sulla sua viticoltura (Patanè 2019, Lentini 2015b) diretta discendente della viticoltura greco-romana. La crisi fillosserica, silenziosa, ma implacabile divenne allora, nel senso più etimologico del termine crisi, un’opportunità di rinascita e può dimostrare ancora oggi come, nel clima di distruzione e di disfacimento che permeò la realtà produttiva isolana tra fine ‘800 e primi del ‘900, la viticoltura siciliana – e quella europea insieme ad essa – riuscì a risorgere (Scienza 2015) e a divenire, col passare dei decenni, nuovamente un motore produttivo, commerciale e sociale per l’economia dell’isola.