Catarsi e BenEssere: la drammatizzazione delle emozioni nell'Elena di Davide Livermore

Department of Humanities, University of Catania (Italy)

Department of Humanities, University of Catania (Italy)

Che l’arte sia fonte produttrice di benessere per l’individuo e le comunità è un tema presente ormai da tempo nella letteratura scientifica, e il patrimonio culturale rappresenta una direttrice di investimento tra gli indicatori di benessere. Nella società odierna si assiste al netto viraggio dalla cultura del PIL a quella del BIL (benessere interno lordo), in cui si riconosce che le produzioni culturali generano benefici infungibili e qualitativi.


Il presente contributo vuole focalizzarsi su un aspetto precipuo dell’impatto sociale dell’arte: la catarsi indotta dal teatro e dalla musica quali strumenti attraverso cui l’individuo, e la società tutta, giungono alla realizzazione del proprio benessere psico-fisico. Il caso studio che viene presentato è l’allestimento di Elena di Euripide con la regia di Davide Livermore e le musiche di Andrea Chenna, che ha debuttato nel 2019 (produzione INDA). Definito dal regista un ‘dramma giocoso’, lo spettacolo riprende l’idea moderna di Gesamtkunstwerk, di opera d’arte totale che riunisce in un solo atto estetico drammaturgia e musica, avvalendosi qui delle tecnologie digitali. La catarsi prodotta dall’Elena, tuttavia, non è intesa nella sua accezione classico-aristotelica: Livermore gioca mescolando i registri, il tragico è mixato al parodico; la musica – strumento ‘orfico’ dal grande potere etico – si presenta in forma orchestrale o da camera all’interno di un contesto performativo storicamente connotato da altri codici sonori; gli espedienti del riconoscimento e dell’equivoco sono al servizio di temi forti e attuali: l’emancipazione femminile, l’insensatezza della guerra, l’accoglienza dello straniero.


Proprio intrecciando gravità e spirito ludico, suoni e voci amalgamati all’interno di un soundscape fatto di voice-over, di spazializzazioni simboliche di suoni, di effetti diegetici ed extra-diegetici provenienti da epoche lontane (es. l’impiego del Lacrimosa di Mozart ri-arrangiato in chiave moderna), di ‘forme sonore’ cui gli spettatori finiscono per ‘abbandonarsi’, l’Elena di Livermore innesca nel pubblico un deciso effetto di rispecchiamento – attraverso la rappresentazione di sentimenti contrastanti –, producendo feconde ripercussioni nella vita emotiva e intellettuale del nostro tempo. Il risultato è piuttosto un’attualizzazione simbolica della catarsi greca, che rinnova la funzione ‘purificatoria’ del mito attraverso un nuovo rito antropologico e trasformativo: un evento artistico latore di emozione e conoscenza e pertanto di benessere sociale.