Ri-mediare il patrimonio attraverso il sonoro: Il caso del “Premio Lucia” promosso dal Festival Lucia e dall’Archivio Diaristico Nazionale durante la pandemia 

University of Torino

Mettendo in crisi la nozione di presenza dei corpi la pandemia ha accelerato numerose trasformazioni già in atto nei processi di valorizzazione del patrimonio culturale, rendendo quanto più necessaria una riflessione tanto sulle forme di digitalizzazione dell’accesso ai beni culturali, quanto sulle modalità con cui, attraverso di esse, è possibile costruire una memoria attiva del passato - proprio adesso che la nostra esperienza del “tempo” pare essersi irrimediabilmente appiattita sul presente. Confrontarsi con la crisi pandemica significa dunque muoversi su questo doppio binario, tentando di individuare delle strategie di valorizzazione che siano in grado di intrecciare realtà e temporalità tra loro diverse. Gli archivi, intesi insieme quali “depositi” di tracce e documenti del passato e “media”, in questo senso, si prestano come punti di osservazione privilegiati per cogliere alcune di queste trasformazioni.

Il presente contributo intende dunque approfondire questa relazione analizzando il caso del “Premio Lucia”, un premio istituito nel 2020 dal Festival Lucia di Firenze, curato da Radio Papesse, e dall’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano per la produzione di opere audio originali basate sui materiali conservati dall’Archivio stesso, come diari o carteggi. Il progetto nasce con l’intenzione di “rispondere” alla crisi generata dal lockdown da Covid-19 tanto nell’ambito della fruizione, quanto in quella della produzione culturale. Da un lato l’arresto produttivo del settore ha spinto il Festival a investire le proprie economie non più solo nella “diffusione” della cultura audio sonora ma anche nel supporto alla produzione sperimentale e indipendente. Dall’altro la necessità da parte delle istituzioni di trovare nuovi canali di diffusione del patrimonio ha spinto l’Archivio ad “aprire” la propria collezione allo sguardo dei partecipanti che, con le loro opere, di fatto ri-leggono i materiali originari espandendone la narrazione. Il “Premio Lucia”, sebbene ancora agli esordi, pare dunque distinguersi nel panorama nazionale in quanto strumento di valorizzazione digitale del patrimonio che al tempo stesso si riscopre quale “risorsa” per le industrie creative in ottica partecipativa. Ricostruendo le forme e gli sviluppi del progetto si tenterà di abbozzare infine una, seppur incompleta, metodologia dell’uso del medium sonoro, oggi al centro di numerose strategie di mediazione nel contesto della valorizzazione culturale.