Comunicare e valorizzare il patrimonio culturale durante la pandemia. Uno studio sull’uso dei social media nei musei universitari a partire dal caso del profilo Instagram del Sistema Museale dell’Università di Bologna
A marzo 2020 molte istituzioni culturali in tutto il mondo hanno chiuso le loro porte ai visitatori, volontariamente o perché stabilito da normative nazionali, come misura di precauzione e contrasto alla diffusione del virus Covid 19.
I limiti alla mobilità e all’accesso fisico ai luoghi pubblici cosiddetti “non-essenziali” hanno spinto realtà come quelle museali a sperimentare forme alternative di fruizione e valorizzazione del patrimonio, e al tempo stesso ad investire su nuovi canali di comunicazione e interazione con i rispettivi pubblici (Bonacini 2020, Grath 2020). In diversi casi è stato sperimentato l’uso di piattaforme web 2.0 e nello specifico dei social network come canali attraverso i quali mantenere una relazione anche a distanza con i visitatori e proseguire la propria missione di divulgazione e promozione del patrimonio attraverso l’ideazione di nuovi format digitali (Agostino, Arnaboldi, Lampis 2020; Burke, Jørgersen 2020).
Con questo contributo si vuole focalizzare l’attenzione sui musei universitari, partendo dal caso del Sistema Museale di Ateneo (SMA) dell’Università di Bologna, caratterizzato da 14 collezioni, un orto botanico e un erbario.
L’analisi prende in considerazione aspetti quantitativi e qualitativi. Da una parte si esaminano i dati osservati ad un anno dall’attivazione del profilo @museiunibo (followers e composizione della community per genere, età e provenienza geografica; copertura ed engagement ottenuti attraverso i formati visuali ammessi dalla piattaforma; interazioni generate); dall’altra, si propone una riflessione sui contenuti e le strategie editoriali attraverso l’analisi qualitativa dei post condivisi sul profilo e un’intervista alle referenti comunicazione del Sistema Museale con focus sugli obiettivi e i risultati raggiunti in termini di engagement dei pubblici, anche al fine di individuare opportunità e limiti nell’uso dei social media come spazio virtuale di fruizione delle risorse culturali.