Digitalizzazione e sostenibilità: la “lunga crisi” dei musei nello specchio della crisi pandemica 

GIORGIO COEN CAGLI 

University of Salento 

La pandemia da virus Covid-19 ha avuto un impatto drammatico sul settore dei musei, radicalizzandone le debolezze strutturali e ponendo con urgenza i problemi della loro sostenibilità economica, della dipendenza dal turismo di massa e del rapporto con le comunità locali (Barni 2020). Negli ultimi due anni abbiamo inoltre assistito ad una proliferazione multiforme di iniziative on-line, spesso intese come alternativa forzata alle attività “in presenza” dei musei, che mostrano le disparità di accesso, comprensione e implementazione delle tecnologie digitali da parte dei musei nazionali e internazionali (Massi, Turrini 2020).

La pandemia funge dunque da specchio deformante attraverso il quale cogliere, in forma esagerata, due temi di riflessione e sperimentazione tutt’altro che inediti per i musei, capaci di metterne proficuamente in crisi la concezione tradizionale: sostenibilità e digitalizzazione. Nel mio contributo, sostengo che queste due sfide debbano essere affrontate in maniera complementare e offrano ai musei l’occasione di rilanciare e attualizzare la propria missione sociale, costituendosi come risorsa essenziale per comprendere e affrontare la crisi globale.

La mia ipotesi è che i musei possano fungere da incubatori per “comunità di pratica” (Wenger 1998) riunite attorno ad iniziative di conoscenza e valorizzazione dei territori e della loro eredità culturale. Sostengo che questi processi di coesione sociale e impegno civico, centrali nelle proposte della “Nuova Museologia” (de Varine 2002), possano essere sviluppati in una dimensione ibrida (fisica e virtuale, locale e globale), nel quadro di quella che Levy definisce “intelligenza collettiva” (Levy 1997). La transizione digitale rappresenta per i musei l’occasione di ripensare le proprie strategie comunicative, passando da un modello verticale e trasmissivo ad uno generativo ed orizzontale, finalizzato al coinvolgimento attivo dei propri pubblici nelle iniziative di sviluppo sostenibile su scala locale, come raccomandato da UNESCO e ICOM (UNESCO 2018; ICOM,OECD 2019).