L'App “Parco Colosseo” come strumento di mediazione museale nell'era Covid-19
Il contributo pone l’attenzione sul cambiamento della fruizione del Colosseo durante l’emergenza sanitaria da COVID-19 attraverso l’uso dell’applicazione mobile Parco Colosseo: app ufficiale e gratuita del Parco archeologico del Colosseo realizzata da CoopCulture e lanciata il 27 maggio 2020, contestualmente all’annuncio di riapertura del circuito archeologico dopo il blocco imposto dal “primo lockdown”.
In linea con le indicazioni fornite dal Piano Triennale per la Digitalizzazione e l’Innovazione dei Musei e in risposta alle problematiche legate alla pandemia, Parco Colosseo è stata progettata come strumento di ausilio al pubblico per una visita nel rispetto delle nuove modalità di accesso e permanenza in un sito notoriamente ad alta affluenza. Offrendo mappe grafiche, percorsi guidati (con risorse testuali e audio) e il download delle audioguide direttamente sui device personali degli utenti, l’applicazione consente ai visitatori di essere “accompagnati” dall’istituzione museale e garantisce, al contempo, la validità scientifica dei contenuti culturali di cui il PArCO si fa garante. Il progetto di ricerca, condotto tra settembre e dicembre 2020 nell’ambito del Master biennale di secondo livello in Studi avanzati di Educazione Museale dell’Università degli studi Roma Tre, si è proposto di valutare, attraverso la somministrazione ai visitatori di un questionario, il ruolo svolto da Parco Colosseo nell’esplorazione del monumento durante la situazione emergenziale. Nel suo insieme i risultati ottenuti dall’indagine, pur nei limiti della raccolta dati, hanno consentito di attribuire all’applicazione digitale il ruolo di facilitatore dell’esperienza di visita del Colosseo e di supporto per l’acquisizione di nuove conoscenze sul bene archeologico.
Sulla base delle suddette considerazioni, con il lancio dell’app Parco Colosseo il PArCO sembra agire in piena adesione al ruolo di hub culturale che il museo contemporaneo è chiamato a svolgere, interpretando i mutamenti di partecipazione e fruizione dei beni culturali in atto nella società attraverso il rinnovamento dei suoi strumenti di mediazione.